Il mondo rurale
Il paesaggio rurale dell’Alto Tavoliere è ancora bello nonostante negli ultimi decenni il paesaggio sia stato modificato; nelle campagne sono scomparse quasi del tutto le siepi che separavano i campi, sono state abbandonate sia le vecchie residenze padronali patrizie “masserie”, sia quelle di tipo popolare “poderi”, quest’ultime realizzate a seguito di due grandi interventi di riordino fondiario: “l’Opera Nazionale Combattenti” (durante il ventennio fascista), e la “Riforma Fondiaria” che prevedevano lo scorporo della grande proprietà terriera. Tali provvedimenti, modificarono l’assetto della proprietà fondiaria, in quanto le superfici espropriate, costituite per lo più da seminativi, pascoli e terreni incolti, vennero destinati alla creazione di nuovi insediamenti rurali come case coloniche e borgate, dotate di servizi economici, religiosi, sociali e ricreativi che diedero impulso alla formazione della piccola proprietà contadina e all’impresa a conduzione familiare.
Attraverso la viabilità di epoche diverse, l’alto Tavoliere si presenta ricco di resti di nuclei abitati, villaggi preistorici e reperti di sicura bellezza e notevole valore storico - architettonico. I “tratturi” in particolare, oltre a portarci verso gli antichi insediamenti come “Plantilianum”, “Fiorentino”, “Dragonara” e “Dragonarella”, avevano in passato una notevole funzione poiché rappresentavano le vie d’erba di transumanza in cui i “pastori abruzzesi” trasferivano le greggi per il pascolo.
Le masserie
Elemento caratterizzante del paesaggio rurale è la “masseria”, il cui termine viene propriamente utilizzato in Puglia per indicare una tipica azienda cerealicola (masseria di campo) o cerealicolo-pastorale (masseria di pecore o posta di pecore) a carattere estensivo, che abbraccia oltre ai fabbricati rurali una superficie che va dai 100 ai 200 ettari.
Le dimore rurali presentano origini diverse; alcune rivestono un elevato valore storico poiché si trovano nei pressi di siti archeologici mentre altre, come ad esempio quelle fortificate, costruite più tardi, evidenziano uno stile architettonico espressione del tempo. Tra le maggiori spiccano le masserie Torretta, del Sordo, Tabanaro, Scoppa, San Matteo, Antonacci e Torre dei Giunchi
In seguito alla progressiva diminuzione dell’attività pastorale transumante, nonché a causa dei passati processi espropriativi associati alle profonde trasformazioni tecnico - colturali, le masserie hanno perso progressivamente la loro importanza. Infatti il patrimonio zootecnico dell’Alto Tavoliere, ed in particolare quello ovi - caprino, ha presentato un notevole decremento rispetto al passato quando la pastorizia era una attività preminente e gli ordinamenti colturali prevedevano, oltre alla coltivazione del grano, la presenza del maggese per il pascolo del bestiame.
Negli ultimi decenni, l’edilizia rurale ha progressivamente perso quelle funzioni strutturali che la portavano ad essere uno dei fattori della produzione, per diventare un elemento atipico del paesaggio agrario; attualmente queste costruzioni, ad eccezione di qualcuna, sono utilizzate prevalentemente per il ricovero di macchine e attrezzi o come punto di appoggio per i lavori stagionali e versano in uno stato di abbandono e degrado. La panoramica paesaggistica, assume così caratteri di ambiguità, mentre la qualità visiva del paesaggio ambientale subisce connotazioni sempre più artificiali e distorsive.
L’area rurale studiata, come in gran parte quella Dauna, offre sicuramente la possibilità di attuare, oltre alle comuni attività agricole, quelle dell’agriturismo che, se realizzate in maniera oculata, porterebbero non solo vantaggi economici agli operatori del posto, ma anche una rivitalizzazione delle aree rurali salvandole dal crescente spopolamento.